Main content
Argomento
Arte e Storia

Translating Worlds: verso una storia globale della cultura italiana

Il progetto di ricerca Translating Worlds: Towards a Global History of Italian Culture (1450-1914) ha studiato esempi specifici di come i mondi sempre più globali sono stati ‘tradotti’ in espressioni culturali indirizzate al pubblico italiano.

Data di pubblicazione

L'imperatore cinese Qianlong (Pechino 1711-1799) ritratto dal missionario gesuita Giuseppe Castiglione (Milano 1688 - Pechino 1766)
L'imperatore cinese Qianlong (Pechino 1711-1799)

Se si cammina in una città italiana e si alzano gli occhi si vedranno, con ogni verosimiglianza, innanzitutto monumenti e tracce della storia nazionale, per lo più con un legame con il processo di unificazione statale. L’Italia è uno de paesi al mondo nel quale l’esperienza del passato si è più sedimentata, visivamente, materialmente, nel presente. Come si possa e si debba leggere questo passato nel presente è stato ed è tuttora una questione essenziale nel dibattito pubblico. Per tutto il Novecento l’insegnamento scolastico della storia, cardine di questa lettura del passato nel passato, è stato nazionale e anche nazionalistico. La prospettiva è cambiata, pur lentamente nel secondo dopoguerra, quando si è iniziato ad analizzare non solo in quale misura l’evoluzione italiana è stata comparabile ad altre vicende che hanno portato alla creazione di stati nazionali ma anche in quale modo la cultura italiana, nel senso più ampio del termine, si è confrontata e ha interagito con un mondo che nell’età moderna si è fatto globale. In altre parole, come il profondo radicamento storico dell’Italia non sia la prova di isolamento ma di condivisione del passato.

Il progetto di ricerca Translating Worlds: Towards a Global History of Italian Culture (1450-1914), articolato su quattro gruppi di ricerca universitari, ha abbracciato questa visione dell’Italia nel mondo. Ha studiato esempi specifici di come i mondi sempre più globali sono stati ‘tradotti’ in espressioni culturali indirizzate al pubblico italiano, in termini che questo pubblico poteva intendere, apprezzare e assimilare, non solo in termini linguistici. La complementarietà dei risultati conseguiti dalle diverse ricerche è stata rimarchevole: tra l’altro, due volumi pubblicati in inglese da Routledge lo testimoniano.

citazione

Translating Worlds si inserisce nel filone della global history, [...] una storia il cui orizzonte è il più ampio possibile, riflettendo la realtà delle connessioni tra luoghi e gruppi collocati anche a significativa distanza geografica.

Il progetto, che si è concluso nei giorni cupi della pandemia, ha portato un contributo importante al riposizionamento della storia italiana nella discussione internazionale. Negli ultimi tre decenni, abbastanza esattamente dalla fine del bipolarismo rigido simboleggiato dal Muro di Berlino, la ricerca storica ha imboccato con decisione la strada della visione globale, alla ricerca non solo di un soggetto collettivo che coincida con l’umanità (non con il clan familiare, la tribù, la comunità linguistica e religiosa o la nazione) ma soprattutto alla ricerca dei legami di scambio tra luoghi e culture diverse.

Per questo il progetto Translating Worlds si inserisce nel filone più ampio della global history, che, vale la pena di ricordarlo, non è storia globale, nel senso di una storia onnicomprensiva, ma storia il cui orizzonte è il più ampio possibile, riflettendo la realtà delle connessioni tra luoghi e gruppi collocati anche a significativa distanza geografica.

Fotogallery
La Great Palm House nei giardini botanici Kew Gardens di Londra

La Great Palm House nei giardini botanici Kew Gardens di Londra L'incisione a colori è dell'artista Thomas H. Shepherd, 1851 ca. (Wikimedia Commons)

Che cosa succede quando si stabilisce un contatto, si avvia uno scambio, si stabilisce un rapporto di interazione? I casi studiati nel corso del progetto mostrano la grande varietà di risposte a situazioni nuove create dalla convergenza di mondi che da separati si incontrano. Nei volumi pubblicati presso Routledge è incluso ad esempio un saggio su Elisa Parolini, opera di Daniela Piemontino e Irene Gaddo. Elisa Parolini, competente botanica veneta, visse a metà Ottocento e sposò John Ball, alpinista e politico irlandese, appassionato di Italia. Il saggio ricostruisce sulla base di documentazione inedita il processo di assimilazione reciproca tra i due sposi che avevamo punti di riferimento diversi ma erano uniti da una forte disponibilità alla conoscenza dell’altro. In particolare l’esperienza di Elisa Parolini negli ambienti politici e scientifici a Londra permette alle studiose di analizzare come la cultura botanica fosse un terreno comune tra ceti colti europei. Nei due volumi ciascun capitolo porta un contributo originale alle dimensioni dell’interazione tra cultura italiana e culture ‘altre’, ristabilendo con attenzione sia il tasso di originalità italiana, frutto della specifica evoluzione delle condizioni nella penisola dalla fine del Medioevo in poi, sia la capacità di interazione, che fu in generale notevole. Accanto ai due volume per Routledge, la ricerca Translating Worlds ha permesso a Irene Gaddo di studiare analiticamente il caso di un gesuita valsesiano, che ebbe esperienza di vita e attività in Cina (dove morì, a Canton, nel 1706: aveva lasciato l’Italia nel 1671). Il caso di Carlo Giovanni Turcotti è di enorme interesse per una storia globale dell’età moderna: il gesuita scrisse regolarmente relazioni (che Irene Gaddo ha editato e pubblicato in un altro volume) nelle quali con gli occhi e le categorie di un gesuita italiano nato nel 1637 analizzava il mondo enigmatico della Cina con l’obiettivo di capirlo e quindi convertirlo. Turcotti mostra praticamente che cosa significava esercitare l’accomodatio, essa stessa una forma di traduzione tra culture. Come scrisse un contemporaneo di Turcotti catturando benissimo la disponibilità alla flessibilità, all’adattamento senza rinunciare alla propria identità e funzione, “bisogna essere barbari con i barbari e civili con i popoli civilizzati; bisogna vivere una vita normale in Europa e una vita profondamente austera tra i penitenti dell’India; bisogna essere elegantemente vestiti in Cina e mezzi nudi nelle foreste di Manduré: in questo modo sarà più facile insinuare nelle menti il vangelo, uniforme e immutabile”.

Fotogallery
L'imperatore cinese Qianlong

L'imperatore cinese Qianlong L'imperatore cinese Qianlong (Pechino 1711-1799) ritratto dal missionario gesuita Giuseppe Castiglione (Milano 1688 - Pechino 1766)

Il progetto Translating Worlds ha insomma coperto temi diversi che vanno dalla teologia alla botanica in un ampio arco cronologico e ha portato a risultati concreti di ricerca.

I progetti di ricerca di ambito storico non possono avere obiettivi di divulgazione immediata dei risultati. Translating Worlds, tuttavia, si è posta sin dall’inizio l’obiettivo di comunicare con un pubblico generale, in grado di leggere e apprezzare testi di alto livello anche in inglese. Questo obiettivo è stato raggiunto. È stato invece impossibile per l’arrivo della pandemia e il rispetto delle misure di limitazione agli spostamenti mantenere il ritmo previsto di incontri seminariali e di presentazione dei risultati.

L’impatto dei progetti di ricerca in storia è, con poche eccezioni, misurabile solo nel lungo periodo. Translating Worlds non fa eccezione, ma si può già segnalare che i volumi prodotti nell’ambito del progetto segnalano la vitalità di una parte della storiografia italiana sui temi della storia globale in età moderna.

    Ultima modifica 14 Novembre 2022